Premessa
Se siete giunti qui è probabilmente perché volete migliorare la resa audio del vostro Smart TV, oppure non vi è bastato il lungo post su come orientarsi per la scelta di uno Smart TV, e volete saperne di più per ottenere un’esperienza audio-video quanto più soddisfacente da i vostri prossimi acquisti, senza troppi problemi e con un utilizzo più consapevole del vostro budget.
Nel post dedicato ho accennato ai problemi legati al comparto audio di uno Smart TV, come ad esempio il ritrovarsi ad usare troppo spesso il telecomando per alzare/abbassare il volume, nel tentativo di comprendere meglio voci e dialoghi (se volete ripassare o recuperare alcune considerazioni vi rimando al post).
Avevo quindi elencato 3 possibili soluzioni:
- Classica coppia di diffusori (casse attive)
- Soundbar
- Un impianto Hi-Fi dedicato a componenti separati
- Amp compatti all-in-one: una nuova speranzaa!
- Subwoofer: è davvero necessario?
- Prodotti suggeriti ed altri consigli
Ho deciso di tralasciare, in questa sede, tutto ciò che andrebbe spiegato per l’opzione 3, ossia quella che prevede l’assemblaggio di un intero impianto Hi-Fi dedicato. Sebbene si tratti della soluzione preferita dagli audiofili, la escludo perché lo scopo di questi post è dare dei consigli alla portata di tutti e non solo ad una nicchia di appassionati, l’opzione 3 farebbe impennare i costi vertiginosamente e sarebbe impossibile da trattare senza scendere in infiniti tecnicismi, necessari per scegliere, configurare e posizionare tutta una serie di componenti come sintoamplificatore, diffusori passivi, cablaggi, supporti, DAC, ricevitori, ecc… Quindi, concentriamoci sulle altre strade.
Proverò a fare una panoramica, non troppo tecnica su entrambe le soluzioni rimanenti:
1) Classica coppia di diffusori (casse attive)
Questa soluzione è stata l’unica per tanto tempo e, ancora oggi, risulta spesso vincente, oltre ad essere la mia preferita, vediamo perché…
NB: parlando di “casse”, in questo post mi riferirò sempre a casse “attive”, ossia a quelle del tipo che comprende l’alimentazione; lo specifico per evitare confusione poiché il mercato offre una vasta offerta di diffusori “passivi”, che però necessiterebbero di prevedere un amplificatore separato, un po’ più di attenzione per i cablaggi ed in generale una scelta/budget più difficili da gestire.
L’enorme vantaggio di queste soluzioni rispetto alle soundbar, trattate più avanti, consiste nella possibilità di ottenere una soluzione più su misura, con una resa personalizzata in base a gusti e necessità; ecco a cosa prestare attenzione nella scelta di una coppia di diffusori:
Ingombro e posizionamento: può sembrare banale ma è un punto importante, i diffusori possono avere diverse dimensioni e peso/ingombro, ce ne sono di molto discreti ma anche di molto importanti, per questo è bene valutare se sarà possibile un corretto posizionamento nella zona d’ascolto e la gestione dei cavi previsti (solitamente uno di alimentazione che va da una presa elettrica al diffusore master, uno di collegamento tra i due diffusori ed uno di collegamento tra schermo e diffusore master). Talvolta ci sono degli arredi che possono impedire un corretto posizionamento o costringere all’utilizzo di supporti/piedistalli, è sempre opportuno dunque simulare l’allestimento dell’ambiente di destinazione, per valutarne attentamente spazi e misure. Un modo semplificato per avere un posizionamento corretto dei diffusori centrali è immaginare di formare un triangolo equilatero, i cui 3 vertici sono i due diffusori posizionati ai lati dello schermo ed il punto di ascolto (es. seduta centrale del divano); i diffusori dovrebbero essere quanto più possibile ad altezza orecchio (intesa da seduti, se parliamo di un impianto per Smart TV). È inoltre sempre preferibile lasciare un minimo di respiro tra un diffusore e ciò che gli sta vicino, evitando di incassare il diffusore in spazi stretti o di tenerlo troppo vicino al muro (solo in casi particolari, il diffusore prevede la possibilità di avvicinamento al muro posteriore per ottenere una determinata gestione dell’acustica).
Le caratteristiche tecnico-acustiche dei diffusori: un altro aspetto che rende “flessibile” questa soluzione è la possibilità di trovarne tanti, anche molto diversi tra loro. Non è la sede giusta per scendere nei tecnicismi da audiofili ma è giusto accennare ai parametri generalmente espressi dalle schede tecniche di questi prodotti, in modo da averne una migliore consapevolezza di acquisto. Tra i tanti, i più importanti sono:
- Diametro dei driver* e potenza: non sono assolutamente i parametri più importanti come credono in molti, ma la fisica si impone anche qui: sul piano fisico il diametro comporta la capacità di spostare più o meno aria e, di conseguenza, di raggiungere volumi di output più o meno alti; sul piano elettrico, la potenza è dettata dai Watt espressi, solitamente riportati sulle schede tecniche ma che spesso bisogna interpretare, tenendo presente che:
- I Watt più importanti sono quelli riportati con “RMS” (la cosiddetta “potenza continua”), spesso vengono riportati wattaggi senza sigle o con sigle diverse (es. “PMPO”), solitamente per mostrare numeri più alti, che però si riferiscono alla potenza “di picco”, tutt’altra cosa.
- Anche per un grande salotto, 35-40 Watt RMS per possono essere molto più che sufficienti, soprattutto se la qualità del prodotto è buona, oltretutto, oltretutto all’aumentare dei watt non corrisponde un pari aumento di volume.
- Risposta in frequenza: è un intervallo che riporta la misurazione delle frequenze riproducibili dal l’altoparlante in questione; la qualità non sarà pari per tutte le frequenze e questo è un altro motivo per consigliarvi un test d’ascolto dei prodotti, idealmente, ad un intervallo più ampio corrisponde un altoparlante in grado di fornire un suono più ricco. Ricordate che l’orecchio umano percepisce lo spettro di frequenze compreso tra i 20Hz ed i 20kHz. Accanto agli intervalli di frequenze può esserci un valore in dB, rappresenta la tolleranza in fase di misurazione, più è basso meglio è (poiché più precisa sarà stata la misurazione).
- Rapporto segnale-rumore (o SNR, Signal to noise ratio): è un valore espresso in Decibel (dB) che rapporta il livello di potenza del segnale al livello di potenza del rumore, più alto è il valore, migliore sarà la specifica (es. leggere 100 dB significa che il livello del segnale audio è 100 dB più alto del livello del rumore).
- Distorsioni e THD (Total Harmonic Distorsion): è un valore percentuale che misura la differenza tra segnale di input e segnale di output, più è basso, migliore è la qualità del suono.
- Alcuni non esposti: tra tutti, la “firma sonora”, una caratteristica difficile da spiegare ed uno dei principali motivi per cui è consigliato testare gli altoparlanti (di qualsiasi tipo, vale anche per le cuffie); si tratta sostanzialmente di una sorta di timbro che rende un diffusore più o meno riconoscibile e soggettivamente apprezzabile. Talvolta si possono incontrare descrizioni di firme sonore tipo “V-Shaped signature”, che rendono l’dea utilizzando una lettera come fosse uno schema di equalizzazione (un equalizzazione “a V” è caratterizzante poiché prevede una spinta maggiore su basse ed alte frequenze, in sfavore dei toni medi). Ci sono marchi che hanno una firma sonora particolare e per questo vengono apprezzati da alcuni utenti e disapprovati da altri.
- Possibilità di connessione e controllo: le connessioni che veicolano segnali audio possono essere tante quindi è importante controllare che i diffusori supportino quelle a noi necessarie. In particolare, è opportuno controllare per capire come collegheremo il nostro Smart TV (un cavo ottico costringerà ad utilizzare un secondo telecomando per controllare l’audio, un cavo HDMI potrebbe invece far controllare tutto dal telecomando dello Smart TV), se i diffusori ci permettono di collegare un eventuale subwoofer e se ci permettono di trasmettere qualcosa in modalità wireless (se ci interessa questo, meglio controllare che le versioni degli standard supportati siano aggiornate, soprattutto la versione dello standard Bluetooth).
*I driver sono i cuori degli altoparlanti, i trasduttori che trasformano l’energia elettrica in onde sonore.
Pro dei diffusori
- Rapporto qualità/prezzo: questa è la soluzione che può essere più conveniente, se non si hanno alte pretese e ci si orienta su prodotti non professionali si può spendere poco ed ottenere miglioramenti significativi rispetto all’audio degli altoparlanti integrati nello Smart TV.
- Resa acustica: la scelta di prodotti è enorme e quindi potreste personalizzare il risultato finale, inoltre, la stereofonia di due diffusori separati regala un audio immersivo e naturale che difficilmente potrà essere comparato con soluzioni soundbar.
- Estetica: qui si sconfina un po’ ma per molti appassionati i diffusori sono diventati complementi d’arredo, di fatto ce ne sono di ogni forma, dimensione e finitura; è un aspetto molto soggettivo ma l’impatto estetico è certamente diverso da quello di una soundbar.
Contro dei diffusori
- Selezione e controllo: in base ai diffusori scelti si possono configurare scenari anche molto diversi tra loro, questo rende più complicata la scelta e spesso apre a dei compromessi, soprattuto sul controllo poiché ci sono altoparlanti che si possono controllare con il telecomando TV ed altri che necessiteranno di un telecomando dedicato.
- Posizionamento: adottare una coppa di diffusori ci “costringe” ad un posizionamento che rispetti il cosiddetto “triangolo acustico”, ovvero ai lati del TV ed in maniera tale che i due elementi laterali formino un triangolo equilatero, avente come terzo vertice la testa dell’ascoltatore. Questa è una cosa che potrebbe non essere ideale per molte situazioni in cui lo spazio laterale è ristretto, asimmetrico o dove i cavi potrebbero risultare d’intralcio o antiestetici.
2) Soundbar
Una soluzione di moda, ma attenzione…
Le soundbar rappresentano un mercato che è letteralmente esploso negli ultimi anni, questo perché sono dispositivi pratici e facili da presentare e vendere; bisogna però fare attenzione, poiché la vastità dell’offerta e l’appetibilità di una soluzione “smart” possono indurre in scelte per nulla soddisfacenti.
In contrapposizione alla praticità, infatti, si deve fare i conti con altoparlanti che hanno dimensioni davvero ridotte, motivo per cui diventa importantissimo affidarsi a prodotti che garantiscano una qualità non solo dei “coni” adoperati, ma anche di tutta la parte elettronica e digitale che andrà a comporre il prodotto.
Tra scaffali e volantini troviamo di tutto, ecco delle differenze importanti:
Soundbar stereo (2.0)
Sono quelle tecnologicamente meno evolute e sono difficilmente consigliabili, sfruttano una gestione dell’audio a due canali e solitamente contano su elementi insufficienti, sia per numero che per resa qualitativa. Evitatele, potreste non apprezzare la differenza di resa rispetto all’audio del sistema integrato nel vostro Smart TV.
Soundbar stereo con unità per i bassi (2.1)
Dovrebbero essere il primo step per un’audio di qualità ma, purtroppo, nella maggior parte dei casi il “.1” non è indice di qualità, ma indica solo che la soundbar è dotata di un elemento dedicato alle basse frequenze (che può essere un subwoofer esterno oppure uno integrato nel corpo della soundbar). Visto che già da questa categoria i prodotti possono costare parecchio, il nostro consiglio è di studiare bene il prodotto, provandolo dal vivo se possibile, idealmente affiancandosi a qualcuno che sappia giudicarne qualità e prezzo.
Soluzioni multicanale con canale centrale (3.1, 3.1.2, ecc)
Queste sono forse le soluzioni che più fanno percepire l’aumento di qualità dopo un “upgrade” del proprio sistema audio. Il numero 3 indica infatti che, ai 2 canali della stereofonia classica se ne aggiunge un 3°, centrale, dedicato ai dialoghi. Queste soluzioni restituiscono di fatto un’esperienza utente del tutto diversa e di gran lunga più piacevole, e potrebbero rappresentare un buon compromesso per una grande fetta di utenza. Il canale centrale dedicato ai dialoghi è ormai incluso in quasi tutte le soluzioni surround, come quelle che vedremo a seguire.
Soluzioni multicanale con surround (5.1, 9.1.4, ecc…)
Se prima il surround era qualcosa che riguardava solo gli appassionati, oggi, sempre più aziende si trovano a compensare le dimensioni ridotte degli elementi con la quantità degli stessi e con nuove tecnologie che rendono l’audio più coinvolgente. C’è da dire che le soluzioni di qualità funzionano molto bene, restituendo audio immersivo e sufficientemente potente (anche se un po’ innaturale per alcune applicazioni), ma tutto ciò si paga a caro prezzo.Le soluzioni Surround più evolute sono quelle con supporto per l’audio Dolby ATMOS, ci sono prodotti dotati di altoparlanti particolari, i cosiddetti “side-firing” ed “up-firing”, che sfruttano il rimbalzo acustico sparando frequenze dei suoni ambientali lateralmente e verso l’alto), se la stanza ha una geometria regolare e lo consente la resa può essere sorprendente. Fanno parte di questa categoria anche i kit “ibridi”, che vedono l’adozione di una soundbar, di un subwoofer e di altoparlanti supplementari, solitamente da posizionare dietro l’ascoltatore; per questi elementi supplementari, sempre più aziende adoperano soluzioni senza fili ma, anche superando il problema dell’alimentazione, gli elementi supplementari risultano difficilmente posizionabili nella maggior parte delle situazioni domestiche ed una buona resa diventa quindi improbabile. Generalmente sconsiglio questi kit.
Pro delle Soundbar
- Praticità di comando: sfruttando le tecnologie delle più recenti connessioni (HDMI ARC/eARC /CEC) si può comandare tutto dal telecomando TV.
- Pulizia: i cavi coinvolti nell’utilizzo dei sistemi con soundbar sono pochissimi e permettono installazioni abbastanza rapide.
- Posizionamento unità principale: le soundbar vanno semplicemente posizionate centralmente rispetto allo schermo, solitamente sotto di esso, su un piano d’appoggio che dovrebbe essere quanto più possibile vicino all’altezza orecchio.
- Ingombro minimo: rispetto ad altre soluzioni la soundbar può avere un Ingombro virtualmente assente e rappresenta una magnifica possibilità per chi non ha modo di installare altri tipi di diffusori.
Contro delle soundbar
- Rapporto qualità/prezzo: per avere qualcosa di qualitativamente valido si sale parecchio di prezzo (una differenza che risulta spesso troppo alta se si fa un confronto con le soluzioni a casse tradizionali) e, se da un lato sempre più soundbar includono tecnologie di ottimizzazione della voce, dall’altro, ancora molti prodotti di fascia medio-alta restituiscono esperienze d’ascolto poco “naturali”.
- Resa acustica e soundstage: non so se un giorno le tecnologie di virtualizzazione riusciranno a fare il miracolo definitivo, per ora le leggi della fisica acustica la fanno da padrone: se vi piace la resa naturale dei suoni ed un palcoscenico sonoro sufficientemente largo da vivere l’effetto stereofonico, le soundbar non sono per voi, per quanto larghe ed evolute non restituiranno mai gli effetti ed i movimenti acustici espressi da due diffusori separati e ben posizionati.
- Posizionamento unità supplementari, queste risultano spesso difficili da posizionare ed alimentare nelle più comuni situazioni domestiche.
- Per le soluzioni Surround la resa può calare drasticamente se la stanza non è regolare o impedisce i rimbalzi acustici previsti.
- Subwoofer: in molti casi il subwoofer viene dato in kit senza possibilità di scelta, e non è difficile trovare subwoofer decisamente scarsi.
4) Amp compatti all-in-one: una nuova speranza!
C’è una nuova speranza per gli appassionati che detestano i limiti delle soundbar e per coloro che vogliono avvicinarsi alle gioie di un buon audio senza investimenti e tecnicismi da capogiro: gli amplificatori compatti!
Si tratta di prodotti introdotti sul mercato di recente, che spesso racchiudono più funzioni in un dispositivo “all-in-one” e che sono in grado di offrire elevatissima qualità con ingombri ed investimento relativamente ridotti, rappresentando una via di mezzo ideale per molti scenari.
Su tutti, oggi spicca il Wiim Amp Pro: si tratta di un piccolo gioiellino, estremamente compatto e dall’estetica molto gradevole, che si può utilizzare:
- Come amplificatore, per pilotare una coppia di casse passive (alle quali si può unire un subwoofer attivo)
- Come streamer, per suonare musica tramite servizi digitali o altri dispositivi
- Come nodo centrale per dotare di un impianto Hi-Fi il proprio TV senza impazzire con cavi, configurazioni e telecomandi dedicati (è comandabile tramite HDMI/ARC)
La qualità costruttiva e la resa sonora sono eccellenti, l’app è fatta molto bene e l’esperienza d’uso risulta semplice e divertentissima; il dispositivo offre inoltre una buona potenza per gli utilizzi domestici ed anche per qualche scenario professionale.
Questa opzione è oggi forse la più intrigante: comporta il saper scegliere dei diffusori e dei cavi; per i neofiti può essere un po’ complicato ma anche molto divertente, se proprio si è a digiuno della materia saranno sufficienti i consigli di un amico appassionato o di un venditore onesto per godere di tutto il potenziale di questa soluzione, che può avere prezzi paragonabili a delle soundbar ma offrire una resa di un altro pianeta.
5) Subwoofer, è davvero necessario?
Questa domanda vale sia per la soluzione appena presa in esame che la prossima (adozione di una soundbar).
Il subwoofer non è un componente necessario per tutte le configurazioni, la sua utilità è direttamente collegata all’utilizzo del TV: se ciò che cerchiamo è un audio migliore nei dialoghi, magari perché l’utilizzo maggiore consiste nel seguire TG, podcast, talk show… allora potremmo non avere alcuna utilità nell’aggiungere un subwoofer.
Questo elemento (il “woofer”) si occupa di gestire le basse frequenze e di dare più corpo al comparto audio, rappresentando di fatto una scelta obbligatoria per tutti gli amanti del cinema d’azione e dell’ascolto musicale. Nello scenario tipico, il componente dedicato ai bassi affianca i normali diffusori che sono “a due vie”, ossia costituiti da un elemento “mid-range” per la gestione delle frequenze medio-basse e da un elemento “tweeter”, per la gestione delle frequenze più alte (o “treble”). Avere una via dedicata permette una spinta sonora su un determinato range di basse frequenze che talvolta un normale diffusore frontale non riesce a riprodurre, o riproduce in modo non apprezzabile.
È bene però sottolineare che la differenza maggiore sulla resa audio la faranno i diffusori frontali, quindi meglio rimandare (o addirittura evitare) l’acquisto di un subwoofer, se questo vuol dire risparmiare troppo sui diffusori frontali. Ci sono in commercio diverse coppie di casse “full-range” in grado di restituire un’eccellente gestione delle basse frequenze, la soluzione ideale, in caso di incertezza o restrizione di budget, potrebbe essere una coppia di diffusori che preveda la presa dedicata (“sub”) per avere la possibilità di aggiungere un subwoofer in un secondo momento, se necessario.
Inoltre, è importante valutare il suo ingombro: un unita subwoofer può avere un volume non indifferente e comporta 1-2 cavi in più da gestire; per contro, il suo posizionamento nella stanza non è così critico come quello di una soundbar e diffusori frontali, che invece andrebbero posizionati con più attenzione.
6) Prodotti suggeriti ed altri consigli:
Prodotti suggeriti:
SOUNDBAR E AUDIO
Qui trovate elencate soundbar e casse a 2 vie che consiglio ma attenzione: le soundbar possono risentire molto dell’acustica nella stanza, vi consiglio di informarvi su cosa comporta prima di investire soldi.
Soundbar & Casse attive | Modello |
---|---|
Soundbar Atmos 11.1.4 canali 22 driver | Samsung HW-Q990D |
Soundbar 3.1 Canali 5 driver+SW | Polk audio MagniFi Mini AX |
Soundbar 3.0 Canali 5 driver | Sonos Beam Gen.2 |
Soundbar 3.1 canali | Sony HTS-2000 |
Casse frontali attive 200W HDMI-BT | Kilpsch The Sevens |
Casse frontali attive 320W HDMI-BT | Argon Audio Forte A5 MK2 |
Casse passive e componenti separati
Componenti separati | Modello |
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Amplificatore / Streamer all in one HDMI | Wiim Amp Pro |
Amplificatore | Marantz M1 / Denon Home Amp |
Casse frontali con woofer da 5″ o 6.5″ | Elac Debut 3.0 |
Casse frontali con woofer da 5″ o 6.5″ | Polk Signature Elite |
Casse frontali con woofer da 6.5″ | Qacoustic 3030i |
Sintoamplificatore AV 5.2 | Yamaha RX-V4A |
Sintoamplificatore AV 7.2 | Sony TA-AN1000 |
Sintoamplificatore AV 5.2 | Onkyo TX-SR3100 |
Sintoamplificatore AV 7.2 | Denon AVR-X2800H DAB |
Sintoamplificatore AV 7.2 | Marantz Cinema 60 |
Subwoofer attivo 10″ (disponibile anche in versione 8 e 12″) | Polk Elite Signature ES10 |
Altri consigli per la scelta di un sistema audio:
Potreste valutare altri utilizzi di un nuovo sistema audio, che non siano necessariamente legati all’utilizzo standard di uno Smart TV: molti sistemi audio possono essere usati come smart speakers in quanto integrano assistenti vocali, e possono finanche aiutarvi a gestire la domotica in casa, oppure potete usare un nuovo sistema audio per riprodurre in contenuti in streaming dal vostro smartphone, gli scenari possibili con le nuove tecnologie includono tante possibilità.
Ricordate di controllare sempre che le connessioni disponibili su ciò che acquistate siano coerenti rispetto a quelle disponibili su ciò che già avete, l’audio può viaggiare sui classici cavi “AUX” con Jack da 3.5mm, su cavi HDMI, su cavi RCA (quelli a terminali separati, bianco e rosso), su cavi ottici (S/PDIF / Toslink), su cavi coassiali o tramite Bluetooth (di cui è sempre meglio scegliere la versione più aggiornata per evitare problemi di compatibilità e consumi troppo alti), questo solo per citare gli standard più diffusi.
Attenzione alle sorgenti di segnale: spesso si spendono cifre più importanti per prodotti fregiati di caratteristiche o sigle che riguardano la riproduzione ad alta fedeltà o secondo determinati standard (Hi-Res Audio, Certificazione THX, Dolby ATMOS, ecc…), ricordate che la qualità della resa sarà dettata in partenza dalla sorgente del segnale, quindi non fate investimenti importanti senza prima essere certi che determinate caratteristiche siano presenti a monte, nel segnale che il dispositivo riceverà in entrata, tenendo sempre presente lo scenario tipico di utilizzo, ossia cosa ascoltate (i servizi di streaming hanno tutti delle specifiche di segnale che indicano la qualità/standard raggiunto da uno specifico servizio o contenuto).
Quando potete confrontatevi con gli appassionati e cercate di mettere a confronto diretto alcuni prodotti che vi interessano particolarmente; affidatevi sempre a rivenditori conosciuti ed a prodotti realizzati da brand che prediligono la qualità e, soprattutto… alle vostre orecchie!
Appena posso aggiornerò il blog con altre informazioni tecniche sul tema, nel frattempo cercherò di mantenere quanto più aggiornata la lista dei modelli consigliati nella pagina con i consigli per gli acquisti tecnologici.