Vincenzo De Virgilio



Smart TV: come scegliere?


Indice dei contenuti:

Cosa trovate in questo articolo

Le tecnologie adottate dagli Smart TV sono tante ed il mercato è sempre più confusionario, quindi, visto che mi chiedono spesso pareri o aiuti per scegliere, ho deciso di riassumere le informazioni più utili in questo articolo.

Di seguito trovate informazioni utili sia per scegliere in modo più consapevole tra i tanti prodotti, sia per conoscere qualcosa in più sulle varie caratteristiche.

Riepilogo sulle tecnologie LED/QLED/OLED

Saltate l’approfondimento qui sotto se non vi interessano le differenze tecniche, troverete gli scenari ideali di utilizzo al successivo paragrafo.

Approfondimento: cos’è tutto questo casino di sigle?

Detta (molto) in breve: necessità e richiesta di pannelli sempre più performanti hanno portato a far evolvere quelli che erano “semplici” pannelli LCD* in pannelli i cui Pixel (gli elementi fondamentali che, colorandosi, generano le immagini) vengono appunto retroilluminati da LED, migliorandone le prestazioni.

Inizialmente questi LED (diodi ad emissione di luce) erano più costosi e meno evoluti, così come le tecnologie per integrarli/controllarli (che sono tutt’oggi in evoluzione); di conseguenza ne venivano utilizzati pochi ed in maniera molto poco efficiente, situazione che è andata via via cambiando e ci ha portato ad oggi, momento in cui ogni brand ha una propria “etichetta” per nominare e promuovere una gestione della retroilluminazione a LED più evoluta.

Infatti, se guardate tra i prodotti Sony leggerete della tecnologia “Full Array LED”, come potete leggere di quelle “Nanocell” e “QNED” nei prodotti LG e di quella “QLED” (Quantum dot LED) nei prodotti Samsung..

Ecco, semplificando si può dire che si parla più o meno sempre della stessa cosa e dello stesso tipo di “boost prestazionale”: tantissimi piccoli LED interposti su un substrato del pannello e controllati in maniera “fine”, che sostituiscono soluzioni ormai obsolete come semplici strisce di led ai bordi dello schermo o altri tipi di macrogruppi di LED controllati “a zone”.

Un controllo migliore della retroilluminazione del pannello darà risultati migliori in termini di qualità dell’immagine, non si tratta solo di luminosità e contrasto, ma anche di fedeltà dei colori, gamma dinamica, presenza e qualità delle sfumature.

*Precisazione: spesso si sentono dire cose tipo: “Devi prendere il QLED, perché è il meglio che c’è e tutti gli altri sono ormai vecchi LCD!”. È giusto ricordare che i TV che vengono chiamati “LED” sono comunque dei TV LCD (Liquid Crystal Display), e che il loro nome corretto sarebbe “TV LCD con retroilluminazione LED”; quando si parla di LED si parla infatti di (retro)illuminazione, poiché appunto gli “LCD” non emettono luce propria. Potete quindi rimandare chi regala consigli improvvisati a studiare la storia dei pannelli e delle tecnologie precedenti come le matrici passive, le famiglie TFT ecc…

E gli schermi OLED?

Quando vi parlano di OLED (Organic Light Emitting Diode) non fanno altro che parlarvi di una matrice di microelementi a composizione organica che si comportano in modo simile a dei LED, soltanto che questi emettono luce propria, senza necessità di ulteriore retroilluminazione.

Sono una tecnologia evoluta ma non per questo sono migliori sempre e comunque; un vantaggio su tutti è quello dell’avere dei “neri assoluti” (poichè il “microdisplay” per essere nero è sostanzialmente spento), cosa che porta anche a migliori contrasti… per contro, ad oggi si hanno costi di produzione più elevati, c’è una durata minore dei pannelli (proprio perché gli elementi che compongono le immagini sono organici, quindi più facilmente degradabili) ed una minore luminosità massima su tutto il pannello.
Quanto ai consumi, questi sono sicuramente più flessibili in base all’utilizzo del pannello ma, mediamente, un pannello con tecnologia OLED tende a consumare significativamente di più (fino al doppio) di un pannello LCD/LED.

Una successiva evoluzione degli OLED è rappresentata dai pannelli Q-OLED, che vantano una luminosità maggiore.

Quale tecnologia scegliere?

Semplificando, valutate in base a necessità e portafoglio ma anche in base all’ambiente in cui sarà installato lo schermo, tenendo presente che:

I LED

Rendono bene anche in ambienti luminosi ma sono la tecnologia più vecchia, con una qualità di immagine che ha dei limiti.

GLI OLED

Rendono meglio in ambienti scuri, i pannelli hanno meno luminosità di picco ma il contrasto ed i neri sono perfetti, generalmente gli angoli di visione sono più ampi. Gli OLED purtroppo possono subire un invecchiamento precoce per degradazione organica ed un possibile danneggiamento per raggi del sole diretti sul pannello; inoltre con il tempo c’è probabilità di riscontrare un’alterazione tipica che comporta la ritenzione delle immagini (burn-in), soprattutto se non utilizzati correttamente (ci sono tecnologie in uso per contrastare questo problema, ma. non ci sono garanzie in merito).

Q-LED / QNED (Mini-LED)

Sono vie di mezzo che uniscono più vantaggi/tecnologie e che hanno raggiunto una certa maturità, oltre che un buon rapporto qualità/prezzo. Sono le opzioni più consigliate. È da tenere presente che i prodotti che utilizzano Mini-LED (Es. i pannelli QNED di LG) possono risultare convenienti economicamente ma comportano uno spessore maggiore dei pannelli e la possibilità di perdite di luce tra i pixel.

MicroLED

Sono probabilmente il futuro poiché sembrerebbero perfetti su molti fronti e possono essere modulari, ad oggi sono però proibitivi e riservati a schermi di grandi dimensioni.

Come scegliere le dimensioni?

Non è vero che più grande è meglio.

Le dimensioni ideali dello schermo dipendono dalla distanza di osservazione e dai contenuti, semplificando: si tende a considerare una distanza pari a 1,6 volte la diagonale dello schermo come distanza minima da mantenere, sia per ragioni di salute che per motivi tecnici legati alla risoluzione.

Se lo schermo è troppo grande

Si potrebbe avere un veloce affaticamento della vista con conseguenti mal di testa ed altre ripercussioni sulla salute; inoltre, dimensioni eccessive (o distanza troppo ravvicinata) dello schermo potrebbe costringervi ad una regolazione eccessiva dei parametri dello stesso, che andrebbe rendere peggiore la qualità delle immagini ed inutile la spesa effettuata per una dimensione maggiore.

Se lo schermo è troppo piccolo

Si potrebbe non avere un’esperienza immersiva ed anche un affaticamento visivo; dimensioni troppo ristrette (o distanza eccessiva) dello schermo possono inoltre rendere inutile la spesa effettuata per una definizione maggiore dell’immagine in quanto questa non verrebbe percepita.

Come scegliere il marchio?

Ecco una differenza troppo spesso sottovalutata, una caratteristica che avrà molto peso, il sistema operativo:

  • Samsung utilizza il sistema Tizen: relativamente semplice, tante funzioni e compatibilità estesa ma lento, lento, lento, a dirla tutta… è lento;
  • LG adotta il WebOS, molto reattivo ma meno intuitivo e completo sul fronte delle integrazioni e delle connessioni;
  • Sony usa GoogleTV (evoluzione di Android TV): reattivo e completo, sicuramente la soluzione più bilanciata.

Inoltre, a prescindere dal sistema operativo, è bene considerare l’acquisto di un modello recente, che non sia sul mercato da troppo tempo, questo perché i modelli più vecchi potrebbero vedere troppo presto la fine del supporto software (aggiornamenti, compatibilità di app, patch di sicurezza ecc..). Sembra un suggerimento banale, ma i volantini e gli e-commerce sono pieni di promozioni su prodotti vecchi.

Smart TV e audio: è meglio pensarci prima!

Pensare tempestivamente al comparto audio dell’impianto TV, anche senza acquistare nulla da subito, può evitare grossi grattacapi ed acquisti sbagliati, soprattutto perché potrebbe essere molto complicato rimediare in un secondo momento.

Proviamo a capirne di più in tre punti:

  1. Cosa accade se l’audio non è ottimale
  2. Perché l’audio spesso non va bene
  3. Come risolvere e perché pensarci prima

1) Cosa accade?

Un audio di cattiva qualità può comportare diversi problemi ed alcuni di questi stanno trovando sempre più riscontri nell’utente medio; il problema più comune è rappresentato dall’utente che si ritrova ad usare troppo spesso il telecomando per fare “su e giù” con il volume. Quasi sempre, questo accade perché ci si ritrova con un audio “impastato”, che rende difficile la comprensione delle voci e che costringe l’utente ad alzare il volume durante la riproduzione di dialoghi, volume che però risulta poi troppo alto nella riproduzione di scene ricche di azione o musica, durante le quali dovrà nuovamente ridurre il volume.

Questo saliscendi, ovviamente stressante, non solo rischia di compromettere l’intera esperienza di visione di un contenuto (distraendo l’utente) ma può causare affaticamento e sensazioni di stordimento, una cosa non piacevole, soprattutto se si sono spesi parecchi soldi per un nuovo TV.

2) Perché accade?

Prevalentemente perché l’evoluzione ha portato gli schermi ad essere sempre più sottili e ad adottare design “frameless” (senza cornici), rendendoli bellissimi ma privi di uno spazio per adeguata componentistica audio, sacrificando soprattutto gli altoparlanti che, per quanto ben progettati, sono sempre di numero e dimensioni ridotte e non più rivolti verso le nostre orecchie! Questo si traduce in un suono di qualità limitata, che le nostre orecchie ricevono dopo uno o più “rimbalzi”.

3) Come risolvere?

La soluzione può suonare semplice poiché basta collegare il TV ad un sistema audio dedicato, che può essere sostanzialmente di tre tipologie:

  • Una classica coppia di diffusori (casse attive)
  • Una soundbar
  • Un intero impianto dedicato

È però importante pensarci prima perché queste soluzioni possono essere difficili o talvolta impossibili da installare a causa di spazi ed arredi, che ne possono impedire posizionamento o cablaggio e, facilmente, queste soluzioni possono anche risultare molto costose ed incidere sul budget dedicato al TV.

Come scegliere il sistema audio?

Le tre soluzioni elencate rappresentano tre approcci diversi all’ascolto dei contenuti ed andrebbero contestualizzate; a seguire una risposta veloce ed una più completa.

Risposta veloce, per gli utenti senza troppe pretese: “fidatevi delle vostre orecchie”, cercate una soluzione per voi semplice ed efficace, l’ideale sarebbe testare il dispositivo che pensate di scegliere tenendo presente che, anche se non avete un’udito addestrato, è altamente improbabile che un sistema audio dedicato vi dia un risultato peggiore di quello integrato nel vostro TV (magari escludete i prodotti più economici/sconosciuti/vecchi).

La risposta più completa, per chi considera la qualità audio tanto importante quanto quella video, la rimando ad un post dedicato con una serie di considerazioni più tecniche per la scelta di un sistema audio. C’è tanto da dire in merito…

Cosa serve per giocare con gli Smart TV?

Saltate questo approfondimento se non siete gamers.

Approfondimento: cosa deve supportare lo Smart TV se ci devo collegare una console da gioco o un PC da gaming?

È giusto fare una premessa: gli Smart TV di ultima generazione permettono quasi tutte un’esperienza di gioco eccezionale, la questione si complica solo se siete gamers appassionati di competizioni o professionisti del settore, ossia se emerge la necessità o voglia di utilizzare gli ultimi standard di riferimento per ottenere il massimo delle prestazioni possibili.

Di seguito le caratteristiche tecniche da studiare e controllare per giocare al top delle condizioni:

  • Supporto per un segnale 4K/120Hz
  • Connessione HDMI 2.1 a piena banda** (48GBps)
  • Supporto per tecnologie VRR ed ALLM
  • Eventuale supporto per le tecnologie NVIDIA G-Sync ed AMD FreeSync

**Precisazione: HDMI 2.1 è “semplicemente” la versione più aggiornata del famoso standard di connessione HDMI. Al numero di versione però, è ora importante aggiungere la specifica “a piena banda” (cioè in grado di sfruttare la più ampia trasmissione di dati possibile grazie a quella stessa connessione), poiché alcuni produttori han fatto un po’ di confusione immettendo nel mercato connessioni HDMI che sono di tipo 2.1, ma a banda limitata, cioè con un potenziale di picco inferiore. Una banda passante ridotta potrebbe equivalere ad una qualità un po’ inferiore, sempre a seconda del contenuto e di tutte le altre variabili. Nel caso più probabile, una connessione HDMI 2.1 che non sia a piena banda potrebbe, ad esempio, veicolare un segnale a soli 10bit di colore (invece dei 12 previsti dallo standard a banda piena), che in termini pratici significa meno profondità di colore (ad oggi la quasi totalità dei segnali 4K veicolati è ad 8bit di colore ed a 60Hz).

Aggiornamenti e modelli di TV consigliati

Ecco un elenco di modelli che vi consiglio:

SMART TV – MODELLI CONSIGLIATI
TipoMarcaSerie
Mini-LEDSONYBRAVIA 7
OLEDSONYBRAVIA 8
Full Array LED / Q-LEDSAMSUNGQN85D / QN90D
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Appena posso aggiornerò il blog con altre informazioni tecniche sul tema, nel frattempo cercherò di mantenere quanto più aggiornata la lista dei modelli consigliati e, per tutti gli altri prodotti, la pagina con i consigli per gli acquisti tecnologici.

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