Vincenzo De Virgilio



Employee engagement: coinvolgimento aziendale e social network


Sempre più aziende coinvolgono i dipendenti!

Sempre più realtà d’impresa stanno usando (ed imparando ad usare) i social network e gli strumenti del web per coltivare quello che viene definito “employee engagement”, ovvero un coinvolgimento dei dipendenti che funge da cassa armonica per il profilo pubblico dell’azienda, capace di innescare circoli virtuosi assolutamente vincenti e che può (e dovrebbe) diventare un vero e proprio strumento di digital marketing

Come procedere dunque?

Creazione di linee guida che possano agevolare i dipendenti

Sono ancora poche le aziende che forniscono ai dipendenti delle linee guida per un approccio professionale ai social, iniziativa che potrebbe fare la differenza se ci si concentra sul fatto che i dipendenti non sono necessariamente marketer o persone abituate a rispondere pubblicamente e ad esporre (quindi esporsi).

Inoltre, quando si parla per conto di una realtà professionale, o portandone comunque il nome in primo piano, è necessario rispettare degli standard, talvolta dei limiti, per non incorrere in fraintendimenti e/o incidenti che possono pesare anche su l’intera realtà.

Nonostante ciò è assolutamente facile capitare, girovagando per il web, in aneddoti e “notizie” che dimostrano come molte persone non siano in grado (poiché non formate) di utilizzare adeguatamente una foto scattata durante un viaggio aziendale, o di non avere ben chiaro cosa poter condividere di un nuovo progetto sul loro profilo personale, ad esempio, dopo una riunione.

A questo si aggiunge, come dato di fatto limitante, che molti dipendenti sono frenati quando si tratta di esporre il proprio lavoro, poiché intimoriti dalle notizie che si leggono in merito a provvedimenti o licenziamenti conseguenti alla fuoriuscita di informazioni confidenziali (il nome di un cliente o un budget), o all’aver tirato in ballo l’azienda in maniera inappropriata ed altre situazioni di questo tipo.

Per tutti questi motivi, le linee guida, come anche le FAQ e le politiche di formazione, diventano strumenti assolutamente necessari e di forte accrescimento delle risorse.

Creazione di identità adatte a velocità e caratteristiche delle piattaforme

Nell’utilizzo delle piattaforme e della comunicazione, specialmente se questo viene esteso a non addetti ai lavori, bisogna prestare moltissima attenzione a non disperdere tutto il lavoro effettuato in fase di branding, anzi, si dovrebbero cogliere quante più opportunità per rafforzarlo!

Se pensiamo ad Instagram, ad esempio, sarebbe necessaria la creazione di un hashtag, e sarebbe furbo crearlo dinamico, accattivante e calzante, che coinvolga i dipendenti ed i loro followers. Questo darebbe non solo la possibilità di raggiungere più facilmente tutti i post con un comune denominatore, ma permetterebbe anche di essere veloci e coinvolgenti nel monitoraggio e nella gestione dei contenuti (pensiamo ad esempio al resharing di un post personale su un profilo aziendale).

Un approccio orientato all’efficienza farà dunque la differenza, non solo aumentando il coinvolgimento delle persone (tutte), ma anche restituendo dei benefit a livello globale, come gli stimoli alla condivisione, alla produzione, all’affiatamento dei teams; fino a portare i dipendenti a sentirsi più realizzati in ciò che fanno, in quanto parte di una realtà definita in maniera migliore.

NB: sempre più aziende sperimentano nuovi modi per rendere questo tipo di coinvolgimento giocoso (gamification) e/o remunerativo, per rafforzare l’idea del valore dei contenuti attraverso l’ottenimento di riconoscimenti. Ci sono maggiori informazioni sui contenuti nel post dedicato al Content Marketing.

Incoraggiamento alla costanza

In ottica di massimizzare l’efficacia di una strategia di condivisione ed engagement, sarebbe necessario porre l’accento sulla costanza, incoraggiando una condivisione che (idealmente) preveda un flusso di contenuti stabile, che renda l’idea di una crescita giorno-per-giorno delle risorse, da una parte, e che accresca la riprova sociale legata al brand, dall’altra.

Non è più una novità, infatti, che i princìpi di riprova sociale possono avere una leva di gran lunga migliore su clienti ed acquirenti, rispetto ad altri strumenti di marketing più immediati (a prescindere da quanto questi siano strutturati).

Questo incoraggiamento, quindi, potrà passare per diversi canali ed assumere diverse forme: pensiamo alla condivisione di momenti che rallegrano la giornata in ufficio e provocano sorrisi, a piccole celebrazioni di eventi (il patrocinio di un’attività sociale o un semplice compleanno!) ed a micro-momenti che possano far riflettere su una tematica o su un trend topic.

Tutte queste attività hanno il potere di costruire (letteralmente) una cultura aziendale, una rete che non disperda più il valore aggiunto delle singole identità (provate solo per un attimo a pensare alle realtà che avete vissuto ed a quanti momenti utili, in questo senso, avete assistito, quanti sono stati persi o comunque non sfruttati?), tutto ciò dando contemporaneamente un boost alla presenza web e migliorando la brand awareness.

Una somma di “piccole” cose

Come molte aziende hanno già imparato relazionandosi con il consumer branding e con strumenti di marketing “esperienziale”, all’interno di queste strategie, in cui il concetto di identità farà da padrone, si dovranno mantenere trasparenza, fiducia e qualità. Solo con queste fondamenta sarà possibile costruire i risultati e, a fare da quarto pilastro, ci sarà la spontaneità.

Chi contribuisce dovrà farlo senza pressione alcuna (che si ripercuoterebbe sulla qualità stessa di tutto il progetto), dovrà essere interessato a diventare interessante, accompagnato sempre da linee guida che prendano in esame ogni aspetto del branding e della comunicazione, motivato a costruire interazioni specifiche per contesto e piattaforma.

Il potenziale di queste strategie è del tutto in trasformazione: si pensi a quante sono le realtà che fino allo scorso anno neppure conoscevano lo smart working, condizione che oggi potrebbe aprire scenari completamente nuovi in ottica di employee engagement (e di employer branding!).

Le opportunità sono enormi, si tratterà di dare una nuova voce all’azienda ed ad ogni singolo individuo che potrà contribuire, costruendo così un processo di business empowerment, che preservi il dialogo e l’umanità, troppo spesso erosi dalle automazioni, specialmente da quelle dei numerosi approcci sbagliati al social media marketing.

I tempi sono più che maturi, consideriamo bene il significato della parola “risorsa”.

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