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Presentazione del rapporto "FUORI CAMPO" di Medici Senza Frontiere a Bari.

Ho provato vergogna.


Arrivo a dibattito iniziato, ascolto, chiedo del materiale, apro, sfoglio... e subito salta all'occhio uno specchietto, uno su tutti, quello che riflette le immagini della città in cui vivo, e che riporta:

"BARI, EX SET - Nel novembre 2014 il Comune di Bari trasferisce circa 170 rifugiati, provenienti da Corno d’Africa e Africa subsahariana e arrivati in Italia nel 2011 durante la cosiddetta “Emergenza Nord Africa”, da una struttura occupata - l’ex convento di “Santa Chiara” - in una tendopoli allestita all’interno di una fabbrica dismessa, l’Ex Set. L’intenzione è di limitare la permanenza a un massimo di 45 giorni, prima di procedere al trasferimento in un luogo più idoneo. I rifugiati si trovano tuttora nel capannone dell'Ex Set. Le condizioni di vita nella tendopoli sono indegne. Non ci sono porte e le finestre sono rotte. Escrementi di piccioni sono ovunque. In almeno un’occasione uno dei rifugiati è stato costretto a ricorrere alle cure di una struttura ospedaliera per il morso di un ratto. Le tende della Protezione Civile, grandi venti metri quadrati, ospitano ciascuna 8 persone, senza distinzioni di sesso o nuclei familiari. Quando piove l’acqua entra all’interno. I muri dello stabile presentano crepe e vaste macchie di umido: l’intonaco cade sulle tende. D’estate la temperatura rende l’aria irrespirabile costringendo i rifugiati a dormire all’aperto. Pezzi di amianto che si trovavano nel cortile adiacente il capannone sono stati rimossi solo nell’agosto del 2015. Da novembre 2015, una dozzina di rifugiati sono stati trasferiti dall’Ex Set in un’altra struttura di proprietà pubblica, “Villa Roth”, insieme ad alcuni nuclei familiari italiani. A più riprese i rifugiati hanno richiesto al Comune uno spazio pubblico in disuso da riqualificare anche attraverso il proprio lavoro e adibire ad abitazione, al posto delle tende. Le controproposte del Comune oscillano tra il trasferimento in container in una zona semiperiferica della città oppure in un dormitorio aperto dalle 8 di sera alle 8 di mattina, poco lontano dal centro di prima accoglienza di Bari-Palese: come tornare al punto di partenza, ai giorni successivi allo sbarco, dopo anni di permanenza nel nostro paese."

Ho provato vergogna.

Quanto sopra citato è contenuto in:"FUORI CAMPO - Richiedenti asilo e rifugiati in Italia: insediamenti informali e marginalità sociale".

Ho provato vergogna.

Trattasi di un rapporto di Medici Senza Frontiere, redatto a valle di un ampio lavoro su tutto il territorio nazionale, e presentato ieri, martedì 28 giugno 2016, a Bari, in un evento tenutosi presso l'ex liceo classico Socrate (oggi "Socrate occupato") in via Fanelli 206/16b, dalle ore 19:30 alle ore 22:00.


Ho provato vergogna.

Scrivo con cura tutte le informazioni dell'evento... per sfogo, lanciandole ancora una volta in viaggio sull'inutilità di una comunicazione volta a ricercare, sensibilizzare, aiutare, crescere... 

Ho provato vergogna.

L'evento prevedeva un dibattito moderato al quale erano state invitate le istituzioni, in una location centrale, provocatoria, che è solo il primo manifestarsi di in una realtà ben più grave, ma che le istituzioni non hanno voluto visitare e, per quanto possibile, respirare.

Ho provato vergogna.

E l'ho provata per l'ennesima volta nella "mia" città, che ha rappresentato alla grande il "mio" paese, come sempre fa, quando c'è da primeggiare in questo turbamento: vergogna.

Link alla pagina di pertinenza sul sito MSF:
http://www.medicisenzafrontiere.it/notizie/news/fuori-campo-mappa-dell%E2%80%99accoglienza-che-esclude


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