Il titolo:
"Aragazzì... questo apre l'azione fanta-horror a cervello spento per l'estate! Efforza! Nun fa lo splendido, ne famo tanti ma questo è quello nuovo, ce semo reinventati pure Schwarzy!"
Il trailer:
"Raga, questo è della serie padre/figliazzombie on the road, facciamo fare il serio ad Arnie così va bene per i matusa, ci mettiamo un po' di tenerezza così ci potete portare la tipa, ampliamo il target così nessuno si lamenta... Un low-budget tutto regolare raga! Ci sta!"
Il film:
Una piccola perla.
Ora, penso sia inutile dilungarsi sui trailer fuorvianti, che hanno ormai scuole dedicate... mi unirei però nel coro di brutte parole sul dover necessariamente tradurre alcuni titoli originali, specialmente quando non lo si fa per esigenze di localizzazione: "Maggie", il titolo originale, andava benissimo.
Henry Hobson dirige Arnold Schwarzenegger ed Abigail Breslin in una creazione particolare, artistica e toccante... e, di fatto, lo fa al suo esordio.
Il film si posa su temi ed elementi già affrontati da ogni tipo di produzione, ma li risolleva in maniera molto bella, grazie all'unione di valori artistici ed effetti a sorpresa:
Un cast inaspettato e dalla resa ottima:
Arnold passa dalla modalità robo-armadio 4 stagioni a quella di padre-taglialegna-umano in maniera eccellente, ed offre una ricca serie di espressioni, emozioni e reazioni davvero incisive. La giovane attrice che interpreta sua figlia Maggie non è da meno, anche se per molti sarà in secondo piano.
Un taglio fotografico intimo e riprese molto personali:
Il film è riempito da inquadrature strette, l'angoscia di trama e temi non è trasmessa solo dai toni e dalle nature morte, ma anche dai personaggi che sembrano voler rompere le cornici.
Molte sequenze sono riprese a mano, enfatizzando un feedback di precarietà, pericolo, insicurezza, sofferenza umana... e non. Tra giochi di profondità di campo e montaggi nervosi, il film regala quadri e splendidi ritratti.
Un tappeto sonoro perfetto:
Voci in sottofondo, rumori e note sono gestiti in maniera eccellente, come lo sono i silenzi.
Un coinvolgimento del pubblico ben pensato:
I primi piani su Wade Vogel (Personaggio interpretato da Arnold) li ho visti pochi secondi dopo aver visto lo stesso attore nel trailer di "Terminator Genesys"... beh... decenni di filmografia erano passati di mente, il film gestisce benissimo una tensione costante, coinvolge con ingredienti crudi, situazioni e location da cui, evidentemente, non si scappa.
Un coraggioso sviluppo degli eventi:
Non sono tipo da spoiler, quindi mi limiterò a dire che il film è pieno di scelte scomode: offre spunti di riflessione su molti temi e, fino a poco prima della fine, ho temuto per l'opera, avevo la costante preoccupazione che potesse essere stata... contagiata... dalla banalità del trailer o, peggio, dalla pochezza del titolo (il nostro).
Per chi ama il cinema, e per chi è cresciuto a pane e fanta-horror, ci saranno degli elementi noti, ma nessuno di questi è fastidioso o fuori luogo.
Non è un film per tutti, e per quelli che rimangono non è un film facile: è un film impregnato di dolore, è una storia sulla sofferenza che lega l'umano al disumano.
Sarò di parte, per certi versi, ma il voto è: 8
Ora portate al mio cospetto chi ha tradotto il titolo.
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Nell'immagine, come nel film, non sono Arnold ed uno zombie, ma padre e figlia. |