Pur rischiando, già dal titolo, di inneggiare ad un format consolidato... per fortuna esistono film come "The imitation game".
Per i non addetti ai lavori... "The imitation game" è l'ultimo titolo ispirato a vita, vicende e genio di Alan Mathison Turing (genio matematico, eroe di guerra, genitore dell'intelligenza artificiale e precursore di idee alla base dell'informatica "moderna").
Il lavoro nasce sicuramente su un campo spianato (e testato, nel 2001, da un confusionario "Enigma"), la storia di un genio è sempre una struttura sicura dal quale partire... ma bisogna dare alla regia i dovuti meriti.
Gli attori vengono diretti da Morten Tyldum a ritmi molto interessanti, su un palco biografico composto da più assi temporali, la cui geodetica è rappresentata da un Cumberbatch stupefacente.
Tutto il film si tiene in equilibrio su un sistema di bilancieri, sollevandosi con una continua pressione sul rapporto tra peso e tempo delle vicende (percepibili come gravi, ma a tratti ovattate).
Sullo sfondo, un'assurda logica mette in relazione gli elementi di un conflitto bellico mondiale: l'approccio idealmente risolutivo è la decrittazione di un unico... "problema irrisolvibile".
In primo piano invece, il tono antitetico pone gli accenti sul personaggio di Alan Turing, sul suo rapporto con il tutto, sull'incapacità forzata (a detta di molti da una sindrome di Asperger) di affidarsi a qualcosa che non sia la logica, sulla magia di un uomo che non riesce ad integrarsi con la gente comune... ma che sovrasta un codice crittografato con oltre 150.000.000.000.000 di combinazioni (si, 150 milioni di milioni).
Il più del tempo è quindi, a ragion veduta, volto a vignettare sul protagonista: lo spessore interpretativo è tale da trasmettere il "giusto" senso di costante inadeguatezza.
Come spesso accade, molti degli elementi non in primo piano vengono eclissati: la controparte femminile (K. Knightley) ed il resto del cast non sono esenti da meriti, e numerosi elementi sparsi sarebbero ottimi spunti di riflessione, ma la scena è già piena.
Tutto ciò che resta fuori dall'ottavo capanno di Bletchley Park è un contorno, sicuramente notevole (come la presenza scenica di Charles Dance), storicamente importante (come guerra, tecnologia ed informazione) e di quelli che cambiano la vita (come le scelte e la libertà).
L'opera realizzata da Turing... fu qualcosa di complesso per sua natura, talmente diversa da essere estremamente difficile da comprendere, giudicata male nell'ignoranza di quanto spesso accompagna il "nuovo". E così fu la sua vita stessa.
In "The imitation game", Benedict & Alan sono chiamati insieme per dare una lezione su ciò che sono "le possibilità": di giudizio, pensiero, comprensione... e sicuramente di recitazione.
Per i non addetti ai lavori... "The imitation game" è l'ultimo titolo ispirato a vita, vicende e genio di Alan Mathison Turing (genio matematico, eroe di guerra, genitore dell'intelligenza artificiale e precursore di idee alla base dell'informatica "moderna").
Il lavoro nasce sicuramente su un campo spianato (e testato, nel 2001, da un confusionario "Enigma"), la storia di un genio è sempre una struttura sicura dal quale partire... ma bisogna dare alla regia i dovuti meriti.
Gli attori vengono diretti da Morten Tyldum a ritmi molto interessanti, su un palco biografico composto da più assi temporali, la cui geodetica è rappresentata da un Cumberbatch stupefacente.
Tutto il film si tiene in equilibrio su un sistema di bilancieri, sollevandosi con una continua pressione sul rapporto tra peso e tempo delle vicende (percepibili come gravi, ma a tratti ovattate).
Sullo sfondo, un'assurda logica mette in relazione gli elementi di un conflitto bellico mondiale: l'approccio idealmente risolutivo è la decrittazione di un unico... "problema irrisolvibile".
In primo piano invece, il tono antitetico pone gli accenti sul personaggio di Alan Turing, sul suo rapporto con il tutto, sull'incapacità forzata (a detta di molti da una sindrome di Asperger) di affidarsi a qualcosa che non sia la logica, sulla magia di un uomo che non riesce ad integrarsi con la gente comune... ma che sovrasta un codice crittografato con oltre 150.000.000.000.000 di combinazioni (si, 150 milioni di milioni).
Il più del tempo è quindi, a ragion veduta, volto a vignettare sul protagonista: lo spessore interpretativo è tale da trasmettere il "giusto" senso di costante inadeguatezza.
Come spesso accade, molti degli elementi non in primo piano vengono eclissati: la controparte femminile (K. Knightley) ed il resto del cast non sono esenti da meriti, e numerosi elementi sparsi sarebbero ottimi spunti di riflessione, ma la scena è già piena.
Tutto ciò che resta fuori dall'ottavo capanno di Bletchley Park è un contorno, sicuramente notevole (come la presenza scenica di Charles Dance), storicamente importante (come guerra, tecnologia ed informazione) e di quelli che cambiano la vita (come le scelte e la libertà).
L'opera realizzata da Turing... fu qualcosa di complesso per sua natura, talmente diversa da essere estremamente difficile da comprendere, giudicata male nell'ignoranza di quanto spesso accompagna il "nuovo". E così fu la sua vita stessa.
In "The imitation game", Benedict & Alan sono chiamati insieme per dare una lezione su ciò che sono "le possibilità": di giudizio, pensiero, comprensione... e sicuramente di recitazione.