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Visualizzazione dei post da 2014

Alle prime ore di gelo

Trovi riparo, nella nicchia oltre l'infisso, all'angolo più freddo del settimo piano. Difficile capire chi sei: se colombo, falchetto o sconosciuto. Sei grande, si vedono a distanza i tuoi colori, il vetro confonde i tratti e ti fa credere l'unico, lì fuori. Resto fermo, perché a mano tesa fuggi, come alcuni ti chiudi, tieni fuori le intemperie ma pure non ti lasci aiutare. Avrei cibo, calore, e per il gelo una ragione, ma rimango solo anch'io, dall'altra parte... ad osservare. AGGIORNAMENTO DEL 10/2/2015 Dopo avermi fatto visita per tre giorni di fila, il mio nuovo amichetto ha ben pensato di estendere l'invito ed iniziare a comunicare... richiamando l'attenzione di qualcuno che dormiva dall'altro lato dell'infisso... che prontamente è venuta ad avvisarmi, sempre con discrezione (codice morse con muso, su braccio che sporge dal letto): "Hey tu... vieni un po' a controllare chi c'è alla finestra del bagno...".

Interstellar

Interstellar è un film alla portata di tutti, ma non per tutti. Torno dal cinema... e devo consigliarvelo, poichè torno colmo di una soddisfazione dal retrogusto raro e nostalgico. Nolan ci regala un capolavoro di fantascienza REALE, in puro stile classico, e ce lo regala confezionato nel migliore dei modi, con uno splendido effetto sorpresa ed in un momento in cui... "ne avevamo veramente bisogno". La prima cosa che mi viene in mente è quella di definire l'opera citando l'opera stessa: gargantuesca. E questa si, è una cosa importante: poichè è al contempo onore (al merito d'artista), ed asserzione tautologica che, pure, calza a pennello in questo umile crogiuolo di scritto (per i filobuddisti... "Kensho is a Kensho-experience"), l'idea di un'esperienza utile per definire sé stessa si trova , infatti, fantasticamente a braccetto con un ponte di Einsten-Rosen). Ricco di citazioni, conosce lo spettatore da tempo, e lo coinvolge in una maniera

Il pensiero della piccola lucertola

  Un piccolo amico ci ha fatto visita, oggi, sul lavoro: ciò che per noi è una stanza, un quadrato di cemento... resta per lui un universo da scoprire. Avvicinarsi alle "piccole" cose è uno dei modi per ricordare, in semplicità, come spesso siano le "relazioni" a stabilire la nostra "dimensione".  Nietzsche lo raccontava con un bellissimo verso, forse per invitarci a "crescere": "Precisely the least, the softest, lightest, a lizard's rustling, a breath, a flash, a moment - a little makes the way of the best happiness."

Apes revolution: diamo a Cesare quel che è di Cesare

Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Che siate fan della saga o semplici appassionati di fantascienza... non vi aspettate un gioiellino sci-fi che vi terrà incollati mescolando a dovere trama e scintille dei moti rivoluzionari primateschi.  Questo capitolo della saga perde di fatto la preziosità da romanzo e restituisce un'esperienza da filler, prevalentemente belligerante e, fondamentalmente, già vista su schermi di ogni diagonale... pelliccia più, pelliccia meno. Buona l'idea di fondo (o forse quella originale ormai ultracinquantenne), buona la computer grafica, bona Keri Russel e buonissimo il trailer, ma il film... non prende come dovrebbe. Come Charlton Heston si disperava, nello scoprire ciò che il mondo "degli uomini" aveva (con tutta probabilità) fatto... così Cesare è afflitto per ciò che il mondo "degli animali" STA facendo, e qui viene regalato il passaggio più interessante, che vede Cesare (ora più saggio e leader di una specie in

Ordinary tips

Sometimes... the most important lessons are just out of the window. Today's nature sound advice: "move on".

Scegliere è vedere

"La caratteristica dello Zen è di portare le contraddizioni al limite estremo, dove bisogna scegliere tra follia ed innocenza. E lo Zen suggerisce che possiamo puntare sull’uno o l’altra su scala cosmica. Puntare verso esse perchè, in un modo o nell’altro, da pazzi o da innocenti, già ci siamo. Può essere buona cosa aprire i nostri occhi e vedere ."  [Quote: Thomas Merton - Photo: DidiZen] 

Libri

“I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante.” [Fernando Pessoa]

In pausa di pensiero

Gli intervalli sono il punto fondamentale. Gli intervalli sono l’unica casa dello spirito, le altitudini e le latitudini così brillantemente sobrie e nette al punto che lo spirito può scoprire se stesso come un uomo che, prima cieco, riacquisti la vista. Gli intervalli sono le fessure nella roccia in cui ti ranicchi per vedere le parti nascoste di Dio; sono e fessure tra monti e cellule attraverso le quali si insinua il vento, i gelidi, angusti fiordi che fendono le scogliere del mistero. Penetra negli intervalli. Sempre che tu li possa trovare; si spostano e anche svaniscono. Scala gli itnervalli, intrufolati in un intervallo del suolo, voltati e schiudi – più che un acero – un universo. [Annie Dillard]

Physis kriptesthai philei

Riflettendo con Pierre su interpretazioni, obiettività, fraintendimenti: "Sei come un libro aperto", si sente, a volte… ed ancora più spesso si sente riportare dialoghi come fossero pagine strappate all’enciclopedia. Ma le persone… possono essere come libri? Il banale parallelismo tra persone e testi è offerto da numerosi studiosi, e le letture del momento (quello appena  passato) mi portano a riflettere (quindi condividere) sul problema ermenautico che ne consegue: Quanto l’interpretazione (obiettiva) di un testo dipende dal punto di vista dell’interprete? Dato di fatto è la presenza di una volontà dell’autore, di ciò che ha voluto dire, contrapposta ad un’autonomia propria del testo. Si pensi ad un testo antico, “all’evidenziare l’illusione che si può nutrire nei confronti dell’obbiettività dello storico, ed all’influenza, sulle sue interpretazioni, delle sue passioni, dei suoi rancori, della sua situazione sociale e delle sue opzioni filosofiche.”

Vorrei averci parlato (Pierre Hadot)

Ho sempre considerato la filosofia come una trasformazione della percezione del mondo... Successe una volta nella rue Ruinart, lungo il tragitto tra il Seminario minore e la casa dei miei genitori, dove rientravo tutte le sere, essendo allievo esterno. Era calata la notte e le stelle brillavano in un cielo immenso. A quell'epoca si poteva ancora vederle. Un'altra volta accadde in una stanza di casa nostra. In entrambi i casi fui invaso da un'angoscia insieme terrificante e soave, provocata dal sentimento della presenza del mondo, o del tutto, e di me in questo mondo. In realtà ero incapace di esprimere la mia esperienza, ma in seguito sentii che poteva corrispondere a domande come: "Chi sono?" "Perché sono qui?" Provavo un senso di estraneità, lo stupore e la meraviglia di esserci. Nello stesso tempo percepivo di essere immerso nel mondo, di farne parte, e che il mondo si estendeva dal più piccolo filo d'erba alle stelle. Il mondo mi era prese

Il vincitore è solo

Il diamante. O 'brillante', se si preferisce chiamarlo così. Com'è noto, si tratta di un semplice agglomerato di carbonio, elaborato dal calore e dal tempo. Poiché scevro di inclusioni organiche, è impossibile stabilire quanto tempo sia necessario perchè la sua struttura venga modificata - i geologi stimano dai 300 milioni a 1 miliardo di anni. Generalmente si forma a 150 km di profondità e, a poco a poco, sale verso la superficie terrestre, fino a consentirne l'estrazione. Il diamante è il materiale più resistente e più duro presente in natura, e può essere taglito e lavorato solo con l'ausilio di un altro diamante. Gli scarti della lavorazione - la polvere - vengono utilizzati nell'industria, per i macchinari per levigare. Alla fine, un diamante è contemplabile unicamente come gioiello. E da questo deriva la sua importanza: è pressoché inutile per qualsiasi altra cosa. E' la manifestazione suprema della vanità umana. [Paulo Coelho]

Musa: sobborgo di cultura

Cos'è una Musa se non una piacevole scoperta? E che sia: pagine nel quotidiano, note serali e corda di compagnia. Toc Toc...si apre la porta... (Trovo bellissime le porte senza maniglie, o con maniglie discrete, nascoste, di dettaglio.) - "Buongiorno, mi ha colpito il locale, posso entrare per un caffè? Siete aperti?" - "Buongiorno, no. Siamo chiusi. Stavamo pranzando ma prego, entri pure a guardare, il caffè ve lo offro." - "La ringrazio." Supero il benvenuto ed entro nel locale che ospitava tiepidamente una donna ed un bimbo, che avevano quasi terminato il pranzo.  "Buongiorno!" (io) - "Buongiorno" (lei) ... ed un piccolo cenno della testa in segno di approvazione da parte del piccolo :) L'uomo si accosta al banco e si dirige verso la macchina per il caffè: il piccolo rituale inizia chiedendomi che acqua avrei preferito... scelgo insolitamente le bollicine. Mentre l'uomo armeggia giro tra i t

"12 anni schiavo"

TORNO DAL CINEMA: "12 anni schiavo" fa incazzare. Ma non fa incazzare per le coreografie di frustate... oggi il male è incarnato diversamente e c'ha la cravatta verde... fa incazzare perchè è la punta di diamante del festival del cinema piallato. Fa incazzare perchè tutte le nomination sono a conferma del fatto che è l'etichetta, la cosa che ancora conta maggiormente. E poi fa incazzare perchè ci piazzano l'attore feticcio (Fassbender, feticcio per cosa poi?), nel ruolo che, paradossalmente, ha la carica emotiva più alta; perchè sistemano, e neanche impegnandosi, il co-produttore a fare l'eroe; perchè prende delle presenze dal profilo decisamente alto, e ne snatura talmente tanto il calibro... da farle risultare quasi fuori luogo, inopportune, surclassate. ...penso a Paul Giamatti, che è capace di preziose interpretazioni che hanno come punti di forza un sapore talmente genuino da sembrare "semplice"; e penso a Benedict Cumberbatc